Spanako-tatin - la ripetizione e' il segreto della perfezione
Questo blog è stato lasciato a se stesso per un tempo imprecisato, con il backlog delle ricette pieno di cose che non sono state scritte o provate o fotografate. Era probabile che sarebbe finita così per la gioia di usare altre spezie, per il numero limitato di ricette fatte insieme, per la diversità e la varietà del mondo che ci contiene e ci porta lontano. Ad esempio, quella che non si era mai filata gli spinaci li tiene in alta considerazione ora, visto che quello con il palato evoluto li aveva spesso in freezer, e sono arrivate diverse varianti della spanako-qualcosa. La torta salata o quiche formaggiosa che fa un po' di gioia ogni volta che si può accendere il forno.

La squadra de lesaporite se fosse un vero foodblog porterebbe questa maglietta e riderebbe guardandola nel cesto del bucato. E non e' detto che non succeda, prima o poi.
Ma non finisce qui. Ripartiamo da questo spanako-tatin: una spanakopita ribaltata e arricchita che per ora e' la nostra preferita. Fino alla prossima iterazione.
Una delle cose speciali del tempo che io e l'Ape Regina passiamo assieme sono le lunghe e argomentate conversazioni su mille argomenti diversi.
Poi pero' arrivano momenti in cui differenze culturali insormontabili non possono che sfociare nella laconicita':
Ape Regina: "ma non e' troppo quell'olio?"
Nerd: "No"
AR: "Guarda che secondo me e' tro"
N: "No"
AR: "Dai, mettine un po' me"
N: "NO"
Ingredienti:
- Olio di oliva: tanto, senza rimorsi e col petto gonfio di orgoglio terun.
- Porri: un paio grandi, che tanto si ammosciano
- Aglio: in misura dipendente dalle relazioni sociali che prevedete di avere nelle 48 ore successive
- 750g di spinaci
- Un barattolo di ceci
- Un limone
- Una mattonella di feta
- Sale e pepe
- Un foglio tondo di pasta sfoglia
- Una bustina di Saporita

Preparazione
Fate rosolare il porro tagliato a rondellone nell'olio con sale e pepe in una padella che abbia all'incirca lo stesso diametro della pasta sfoglia. Ocio che la padella poi va in forno, quindi solo manico in metallo.

Quando il porro e' morbido e fragrante aggiungete gli spinaci gia' cotti al vapore e ben scolati. Fate saltare a fuoco alto per cinque minuti per eliminare un po' di acqua che potrebbe essere rimasta, aggiungete la Saporita, mescolate e fate insaporire per un paio di minuti.

Regolate di sale e pepe, spegnete il fuoco e aggiungete i ceci, la feta sfragnata(tm), il succo e la scorza del limone. Mescolate tutto per bene e lasciate raffreddare cinque minuti per evitare ustioni ai polpastrelli nella fase successiva.

Con un'operazione coordinata di alta precisione appiattite il composto di spinaci e untuosita', e ricopritelo con la pasta sfoglia. Rimboccate amorevolmente la pasta sotto gli spinaci come se steste mettendo a nanna il vostro miniature poodle nella sua cuccia glitterata (che brutta immagine, lo so, ma provateci voi a trovare una metafora migliore il lunedi' mattina) e incidetela con sette tagli, come la pastiera napoletana. Come dite? Quelli nella foto sono otto? Lo so: e' per infastidire i napoletani OCD.

Potete anche cospargere la superficie della sfoglia con dei semi di sesamo o papavero. O quello che preferite, tanto non servono a una mazza, e' pura cosmetica.
Infornate nel forno preriscaldato a 180 gradi e come al solito per la cottura andate a occhio: quando il gradiente del colore della pasta sfoglia sara' simile a quello fra il segno dei Ray-Ban e il naso di un pensionato inglese in spiaggia a Paphos la spanako-tatin e' pronta.

Lasciatela raffreddare per una decina di minuti e servitela accompagnata da delle ottime olive fatte da delle suore greco-ortodosse molto ospitali ma un po' grumpy e del kashkaval macedone, giusto per fare alzare il sopracciglio anche ai nostri amici ellenici/ellenisti, e perche' a casa dei Saporiti facciamo il tifo per una enosis gastronomica che si estenda dai Balcani al Medio Oriente.

