Palestina - Maqluba

Palestina - Maqluba

Visto che un po' di tempo fa abbiamo fatto la shakshuka israeliana, adesso tocca alla Palestina, che con l'aria che tira non e' proprio il caso di fare figli e figliastri.

Con questa ricetta direi che abbiamo trovato il magico equilibrio fra l'ottolenghismo dai mille ingredienti esotici dell'Ape Regina e la mia grossolana passione per i mischioni monopiatto tipo ciotola di Ninfa

Per dare un'idea del caos iniziamo con gli ingredienti

Ingredienti per tre o quattro persone

(noi ce li siamo spazzolati in due ma ormai che ve lo dico a fare)

  • Due melanzane medie
  • Una o due cipolle
  • Due patate
  • Tre pomodori
  • 250g di ceci
  • 300g di riso basmati
  • Una bustina di Saporita
  • 500g di brodo vegetale
  • Cetriolini fermentati e knakerbrot da sbocconcellare durante la preparazione perché a noi la coerenza ci fa un baffo e mentre spadelliamo specialità berbere ci ingozziamo di finger food mitteleuropeo senza fare una piega

Preparazione

Tagliate le melanzane e le patate a rondellone. Circa un centimetro di spessore per le melanzane, mezzo per le patate. Mi raccomando pero', la ricetta non viene se non le tagliate male, ma male, ma proprio male: devono essere storte come la Statale della Cisa, storte come una radice di teak indonesiano, storte come... ok la smetto, ché l'Ape Regina mi sta guardando malissimo perché le ha tagliate lei ma dice che la colpa e' del coltello.

Una volta completata questa operazione di chiara ispirazione paleolitica friggete tutto in una montagna di olio che verrà prontamente risucchiato dalla spugnosità delle melanzane come una Coca Cola rovesciata sul tavolo da un marmocchio distratto in uno spot della carta cucina triplo velo

"Glielo giuro, signor giudice, l'olio c'era!"

Dopo le melanzane passate a patate e cipolle finché non sono dorate. Non e' necessario che le verdure siano cotte, la vera cottura avverrà in pentola.

Fate gli strati sul fondo della pentola, partendo dai pomodori crudi, anche loro tagliati spessi un centimetro (e male. Ma male male. Male come... avete capito).

Completate con uno strato di ceci in scatola a cui avete scolato l'acqua, e ricoprite tutto col riso crudo.

Ora non resta che aggiungere mezzo litro di brodo vegetale che avrete benedetto con una bustina di Saporita per dare il tocco di profumi mediorientali che il piatto si merita.

A questo punto coperchio, relax, fuoco lento e cottura per assorbimento, come da istruzioni. Se non avete un cuociriso abbastanza grande e non potete quindi affidarvi alle magiche proprietà dell'effetto Seebeck che vi dice quando e' evaporato il brodo, dovrete andare un po' a occhio coi tempi di cottura. O meglio, a naso: evitate di aprire il coperchio e far scappare via il vapore ma date una snasata ogni tanto per evitare che il fondo della maqluba si bruci una volta esaurito il liquido. Quando il profumo si fa più tostato la maqluba e' pronta.

Quando pensate sia arrivato il momento, rovesciate la pentola su un piatto da portata con agile movimento di polso. Dovrebbe venire una cosa del genere.

Versatevi una (altra) birra, mettete su una puntata di Silicon Valley e godetevi i profumi inebrianti di un angolo di mondo a cui auguriamo un futuro migliore il prima possibile.

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