Cos'è La Saporita?

Cos'è La Saporita?

Uno dei motivi per cui questo blog esiste è la straordinaria carenza di notizie e informazioni affidabili sulla storia di questo prodotto, nonostante la sua bustina blu, con quel design esotico e ricercato ed il profumo intenso e inconfondibile, sia sugli scaffali dei supermercati e delle drogherie da un secolo tondo.

Qui proviamo a mettere in ordine tutto quello che abbiamo scoperto su La Saporita. Questa pagina è un work in progress e sarà aggiornata ogni volta che riusciremo a estrarre qualche nuovo frammento dai nostri scavi di archeologia alimentare.

Come si conviene all'archeologia, qui si faranno ipotesi, anche spericolate, si proverà a estrapolare e collegare e proiettare sulla base di brandelli e notizie sparse. L'overfitting è dietro l'angolo. Non fidatevi troppo.

Prima curiosità: in gran parte d'Italia nessuno ha mai visto o sentito nominare una bustina di Saporita, ma in Sardegna e Piemonte (e forse a Napoli ma sotto altro nome) sembra essere ovunque. Ok il Piemonte, visto che è stata inventata li' (ci arriviamo). Ma la Sardegna? Retaggio sabaudo? Chissà. Ma non spiegherebbe comunque la Campania.

Fatto sta che La Saporita viene inventata a Torino nel 1924. Il che ci porta alla seconda curiosità: guardacaso, proprio mentre noi concepivamo l'idea di questo blog, ricorreva il centenario di questa spezia dal profumo proustiano.

Inizialmente, le bustine di spezie erano prodotte da Berolini, la storica azienda torinese più famosa per il lievito per dolci. Poi, nel corso dei decenni, il marchio è passato di mano più volte (arriviamo anche qui).

Antonio Bertolini aveva fondato l'azienda omonima tredici anni prima, apparentemente per commercializzare un solo prodotto: il lievito per dolci in bustine monodose. Fino al 1911, il lievito chimico (bicarbonato) si comprava sfuso in drogheria e si dosava a occhio in cucina.

Bertolini ebbe l'idea di renderne più pratico l'utilizzo (e probabilmente anche la conservazione al riparo dell'umidità) vendendolo in bustine sigillate tutte dello stesso peso.

Un'idea semplicissima ma evidentemente molto apprezzata dai consumatori, tanto che l'azienda si espanse ed applicò lo stesso tipo di confezionamento alle spezie: nel 1924 Bertolini inventa "La Saporita". Stessa bustina di carta del lievito, stessi colori: sfondo celeste, scritta rossa. Lo stile del lettering è molto diverso, ma il progetto grafico è evidentemente unitario per creare un family-feeling.

Inizialmente la composizione era: "cannella, garofani, noci moscate, macis, pimento, coriandoli, zenzero, galanga ed erbe aromatiche" ma già negli anni '70 la ricetta sembra essere stata molto semplificata.

Nella foto sgranata di una bustina del 1973, con l'aiuto di ChatGPT si legge: "coriandolo, cannella, semi di carvi, serpollino, garofano, anice stellato".

Grazie ChatGPT, anche per avermi fatto scoprire la parola "serpollino" che, a quanto pare, significa timo.

Successivamente la composizione cambia ancora, e la versione in commercio oggi è composta da "semi di coriandolo, cannella, semi di carvi, chiodi di garofano, noce moscata, anice stellato".

E qui arriva la terza curiosità: al netto della composizione che cambia negli anni magari per adattarsi ai gusti del momento, nel 1924 i laboratori Bertolini non sfornano solo "La Saporita" ma anche un'altra miscela di spezie in bustina: il Suk.

Ma con una grafica completamente diversa e non coordinata con nessuno degli altri prodotti. Almeno fino agli anni '70, la composizione è leggermente diversa rispetto a quella della Saporita, anche se gli ingredienti principali sono gli stessi e con ogni probabilità l'aroma non doveva essere molto diverso. Perciò perché due confezioni cosi diverse?

Forse un tentativo di segmentazione del mercato? La bustina della Saporita con le sue palme e i suoi cammelli evoca chiaramente suggestioni magrebine, mentre quella del Suk, a dispetto del nome che ricorda i mercati nordafricani, ha una grafica più "neutra" dal punto di vista geografico e l'omino sorridente col cappello a fungo ricorda più lo stereotipo dello chef europeo o, forse, a guardar bene, i lineamenti caricaturali di un cuoco orientale.

Sfortunatamente, ad oggi ogni possibilità di ricostruire i motivi di quella scelta sembra persa, anche perché la versione odierna dei due prodotti, nonostante sia commercializzata da due aziende diverse, riporta esattamente la stessa lista di ingredienti ed è stato vano ogni nostro tentativo di trovare qualunque differenza olfattiva nonostante l'utilizzo di sofisticati strumenti all'avanguardia come il NaSAR (Naso Supersensibile dell'Ape Regina).

Anche l'azienda Rebecchi che detiene attualmente i diritti sul marchio e commercializza sia La Saporita che il Suk, contribuisce all'alone di mistero che circonda questo prodotto. Li abbiamo contattati tramite il sito, chiedendo se potessero darci qualche informazione circa la storia di questi prodotti e dopo qualche giorno questa e' stata la loro risposta laconica:

"Non ci e' possibile"? Chi ve lo impedisce? Cosa ci state nascondendo? Michele, se qualcuno ti tiene in ostaggio sbatti le palpebre quattro volte e manderemo aiuto.

Bibliografia: